Quanti publican sognano di aprire un loro birrificio? Quanti vorrebbero trasformare il loro pub in un brewpub? Al di la la della problematica spazio e autorizzazioni varie (al solito la parte più ostica per chi fa impresa in Italia è sempre quella burocratica), mi sono ritrovato a dovere redigere un business plan dedicato proprio ad una piccola birreria che vorrebbe iniziare una propria produzione. Per semplificare le cose, e visto che i proprietari dispongono (bontà loro) del gruzzolo necessario per avviare la baracca (odio il termine “start up”…) non vi sono calcoli relativi a restituzioni mutuo ma solo una cifra indicativa, a partire dal terzo anno denominata “restituzione prestito soci”. L’attività, pur strettamente legata a quella di somministrazione è indipendente, sia come forma societaria, che come bilancio. Per questo motivo, si sono considerati prezzi “di mercato” ed una crescita più importante sulla vendita di bottiglia da 0,75 (precisa scelta commerciale dettata dall’attività di gestione rete vendita di uno dei soci). Per lavorare in birrificio si è prevista inizialmente una sola persona, affiancata poi da un part time col crescere della produzione. L’investimento iniziale importante sulla “linea di imbottigliamento” è proprio funzionale a queste scelte. Cliccando sull’ immagine si accede al pdf completo.
note: il costo ipotizzato di euro 0,93 al litro per la birra comprende:
- materie prime (acqua, malto, luppolo, lievito)
- accisa
- energia (gas, elettricità) sia per la cotta che per la fermentazione/imbottigliamento
- lavaggio (detergenti, sanificanti, acqua)
- costi di grafica, promozione ecc ecc (stimati aggiungendo circa un 20% al puro costo)
- non comprende la manod’opera presente poi alla voce “costi del personale” come costo socio
il costo di 0,54 per la bottiglia comprende:
- vetro
- tappo
- etichetta
- scatola
- i costi di energia presenti nel business plan fanno riferimento a quanto non è strettamente necessario alla produzione birra (riscaldamento, ufficio, illuminazione ecc ecc)
- gli ammortamenti sono stati previsti in 8 anni, stimando tra le varie voci ed i tempi diversi di ammortamento per info più dettagliate http://www.codiceazienda.it/tabella_ammortamenti/Index.asp (o meglio il commercialista)
- il costo del personale è riferito al caso specifico, dove il socio di maggioranza lavorerebbe direttamente “accontentandosi” di un stipendio iniziale ridotto.
Nulla di nuovo sotto il sole birrario! Con un valore della produzione sotto i 200.000 euro è veramente difficile far quadrare i conti,a meno che non si riesca a rivolgersi ad un mercato (la solita nicchia!) in grado di recepire prodotti molto particolari, in grado di essere commercializzati a prezzi decisamente superiori. Le 50.000 bottiglie ipotizzate dopo 5 anni richiedono normalmente anche spese di rappresentanza e di trasporto quantificabili nel 15/20 % del fatturato. In questo specifico caso non sono state inserita, ma sono sicuramente da tenere in considerazione. La forma societaria (per semplificare i conteggi) è una S.r.l, nel caso di ditta individuale o di persone (s.a.s o s.n.c) i risultati sarebbero migliori di un 10-15% (qui serve il commercialista per i conti accurati).
Concludo ribadendo che si tratta di una ipotesi, i numeri sulla carta sono molto facili da mettere, togliere e variare. Nella realtà si tratta sempre di una impresa commerciale con tutti i rischi che questo comporta.
Buona Birra!
p.s. osservazioni e critiche sono le benvenute, ma per cortesia che siano sensate e costruttive. Se mi sa fa notare che è tutto sbagliato (e magari lo è, ma vorrei vedere un conteggio su basi simili che porti a risultati decisamente diversi per poterli confrontare) o (ad esempio) che l’ rc prodotto costa 100 euro in meno alla’anno o che per le fiere sarebbe meglio inserire 6500 euro…


ciao Lelio,
ho studiato attentamente i tuoi utilissimi BP, questo e quelli del libro, che mi sono stati molto d’aiuto nella progettazione del mio birrificio (la cui apertura purtroppo ritarda da anni perché al contrario del caso qui presentato, per trovare le risorse stiamo facendo i quadrupli salti mortali 🙂 ).
C’è una cosa che continuo a chiedermi. Come fai ad ottenere dei costi di ripristino locali così bassi? Io nella ricerca di un capannone, seppure già parzialmente idoneo al tipo di attività, tra pavimenti inclinati con scolo, pareti e piastrelle a norma ASL, personalizzazione dell’impianto elettrico, canne fumarie e idraulica legate alle esigenze della sala cottura,.. non sono ancora riuscito a stare sotto i 60.000€. E considera che la proprietà farà a carico suo tutti i lavori richiesti per una “generica” attività produttiva (bagni norma, riscaldamento e condizionamento, opere strutturali varie) quindi sto parlando dei soli interventi legati alla mia specifica attività.
Hai delle dritte particolari su come indirizzare la ricerca dell’immobile?
Grazie
Lorenzo “biffero”
ciao Lorenzo,
complimenti per la tua costanza! I vari Business Plan inseriti nel libro, come specificato, servono per capire su quali quantitativi e su quali cifre ragionare, non hanno certo la pretesa, ne potrebbero averla di adattarsi perfettamente a qualsiasi situazione. I costi di ripristino sono quindi indicati ipotizzando un locale “semidoneo”, magari precedentemente adibito a produzione alimentare. Nel caso di capannoni grezzzi ovviamente i costi lievitano ed anche di molto.
Reato a disposizione. Cari saluti.
Lelio
ciao Lelio,
Gia che ci sono ti chiedo di chiarirmi un dubbio sui tuoi BP. Vedo che tu quando hai un risultato lordo negativo, calcoli le imposte in negativo e le sommi quindi al risultato lordo per avere il risultato netto. In questo modo queste imposte diventano un valore positivo che andrà alla fine a sommarsi al cash flow. Immagino che sia dovuto al fatto che gli ammortamenti che non hai potuto scaricare dalle tasse poiché erano già a zero (che è la migliore delle ipotesi, di certo non diventano positive 🙂 ) diventano un credito che posso scaricare ad esempio dall’iva e “riconvertirlo” quindi in “soldi veri”. Ho capito bene?
Se è così allora, nell’ipotetico caso in cui queste “imposte negative” siano addirittura superiori agli ammortamenti, non posso sommare al cash flow una cifra superiore a questi ultimi. Ho capito bene?
grazie ancora
ciao
lorenzo
ciao Lorenzo
i Business plan, che sono ormai passati al vaglio di decine di commercialisti, quindi li ritengo corretti, come penso sia corretta la tua interpretazione. Per altre info scrivimi in email lelioCHIOCCIOLINAlelibottero.it che non sempre riesco a seguire i commenti sul sito.
Ti ringrazio
cari saluti